Ciao, sono Valentina, progetto identità visive e verbali. Non vedo l’ora di presentarti a tutti.
Mi preoccupo di comunicazione per eventi e piccole attività dal 2014, creando coordinati grafici, testi coinvolgenti e contenuti digitali.
Lavoro con pochi clienti all’anno, realizzo la maggior parte dei cartacei a mano e collaboro perlopiù con le micro attività: ho scelto, cioè, di restare piccola, perché credo faccia rima con umana.
Mi piace soprattutto progettare i nuovi inizi, prendere la felicità affidata al futuro e iniziare ad assaporarla. E mi piace suonare la mia musica: in un mondo in cui non si sposa più nessuno, e in cui la carta è superata, ho annunciato centinaia di matrimoni riempiendo migliaia di buche delle lettere - tiè.
Abito il digitale con ludico entusiasmo e inesauribile diffidenza. I social non sono lì per noi, anche se sono costruiti per farcelo credere, e c’è una buona ragione per governare con fermezza la nostra comunicazione: più che dai fatti, la realtà è fatta dal racconto dei fatti.
Come specie non abbiamo mai comunicato così tanto, e tuttavia non l’abbiamo mai fatto così male; ma questo è solo l’inizio di una riflessione lunga e in divenire che, se vorrai, potrai seguire sui miei canali.
Da bambina pensavo che tutti, come me, sapessero vedere ciò che ancora non esiste. Ci sono voluti dieci anni di lavoro come progettista per comprendere che non si tratta di una capacità così diffusa; la maggior parte dei clienti fatica a visualizzare le idee, e non importa quanto siano precise le parole che le descrivono: a loro servono le immagini.
Ho formulato la mia offerta per rispondere specificamente a questa necessità: permetterti di creare set personalizzati che potrai vedere con la mente prima ancora che con gli occhi. A me piace definirle librerie di ingredienti: ti va di scoprirle?
Mi occupo di comunicazione, ma è più corretto dire che me ne preoccupo: in quel prima, infatti, sono racchiuse tutte le sfumature della mia postura mentale - cauta e riflessiva, analitica e rimuginatrice, refrattaria alla smaterializzazione della realtà operata dal digitale.
I piccoli business sottovalutano spesso l’importanza di una buona storia, ma ancor più di sovente ignorano cosa essa sia. Le buone storie non sono fatte dai cosa né dai quando, bensì dai perché. Scommetto che ne hai una anche tu, in qualche cassetto: le facciamo prendere un po’ d’aria?
DICONO DI ME
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